Per molti l'estate è sinonimo di vacanze e spesso in prossimità della partenza si ha a che fare con quella specie di scatola con le rotelle che, di norma, va riempita di vestiti e cose utili, chiamata da tutti V A L I G I A.
Quest'ultima mette spesso a disagio perché è semplice tirarla giù dalla parte più altra dell'armadio o andarla a recuperare in soffitta o in garage, ma poi? Come si fa a riempirla? Cosa devo mettere? Cosa mi serve? Ovviamente ci si riduce sempre il giorno prima e ciò amplifica il problema.
Io no. Credo di essere una delle poche persone che non ha poi così tante difficoltà nel fare la valigia perché in realtà il mio unico problema è il peso poiché io ho la forza di una formica, per fortuna ci sono le rotelle dalla mia parte.
Io i dubbi che tutti si pongono a 24 ore dalla partenza me li pongo giorni e giorni prima perché, prima di tutto, facendo le cose di fretta rischio di dimenticare le cose e poi, cosa più "importante" nel mio caso, entra in gioco il fattore A N S I A, grande e fedele amica che mi accompagna quotidianamente.
Inizio prima di tutto col decidere quale valigia portare. Quella grande, che puntualmente è sempre troppo grande, o quella media, dove ricade ogni volta la mia scelta, che io parta per 3 giorni o per una settimana.
Poi mentalmente inizio a pensare a cosa deve starci.
Shampoo; balsamo; bagnoschiuma; crema; schiuma per i capelli; ah, il phone con il diffusore visto che non c'è mai; trucchi, quelli essenziali e che occupino il meno spazio possibile; struccante; dischetti di cotone; forbicine perché tanto sono piccole; pinzetta; lametta; limetta; oh, cavolo il dentifricio con lo spazzolino; deodorante; e il profumo? lo porto? e se si rompe? per fortuna a gennaio da Sephora ho comprato quello ricaricabile da borsetta a 5 euro, ma dove l'ho messo?; l'ombrello? no dai, non mi servirà; oki! quello non deve mancare mai; oddio la spazzola; gli elastici; forcine; mollette. Ok, dai c'è tutto.
Poi mentre apro tutte le ante e tutti i cassetti del mio armadio vedo ciò che devo e non devo portarmi.
Pantaloncini e magliette varie per il mare; questo vestito che non ho mai messo; la maglia che ho comprato ieri che sta benissimo su questi pantaloni; questo vestitino che mi piace troppo; questo che è molto versatile; questo no, dove ci vado?; questa si perché sta bene sui pantaloni di prima; questa si perché ha un bel colore; questa no; un paio di pantaloni lunghi, ma quali? questi sono troppo scuri, troppo chiari, non mi stanno bene, trovati! porto questi; dei leggins che tanto occupano poco spazio; questa camicia; questo vestito; questo top; ma che è questa?; uh questa gonna me l'ero dimenticata; un cardigan, mi serve un cardigan, quello nero. Allora, pantaloni; cardigan; leggins; gonna; tre pantaloncini corti, con questi quattro; quattro vestiti, facciamo cinque; poi tutte queste magliette. Ok ci siamo. Merda, i costumi ed il telo mare! Cavolo gli asciugamani, che quelli mica sono compresi.
E le scarpe? Che scarpe porto? Le infradito per il mare sono obbligatorie; poi questi due sandali per uscire; le scarpe chiuse? le porto? non le porto? ma che ne so.
Fatta questa mega lista mentale lascio passare qualche giorno e poi inizio a scrivere ciò che devo portarmi su di un foglio cercando di dividere per categorie: accessori vari ed eventuali, pantaloni, maglie, scarpe, cose a caso. Ogni volta che mi viene in mente qualcosa lo appunto, così da arrivare a qualche giorno prima della partenza con una lista di cose ben definite. Si, qualche giorno prima perché se qualcosa manca e devo comprarlo ho tempo o se qualcosa devo lavarlo posso farlo tranquillamente.
Le mie regole nel riempire la valigia:
- i vestiti che porto in più li metto sotto dato che molto probabilmente non li utilizzerò, insieme a quelli che hanno un peso maggiore rispetto agli altri;
- la pochette da viaggio, o come si chiama, la metto sempre al lato dei vestiti ma dalla parte che poi sta sotto quando il trolley è in piedi, così non schiaccia i vestiti;
- cose come il deodorante (o simili) li metto sparsi ai lati delle due pile di vestiti così da occupare lo spazio che rimane inutilizzato;
- le cose che mi servono subito le metto sopra;
- l'intimo lo metto nella tasca interna insieme a cavi e caricabatteria.
Ecco grazie a questo post io ho appena fatto la valigia con cui partirò il 30 di agosto.
Io qui dico la mia.
domenica 17 agosto 2014
giovedì 31 luglio 2014
Dico la mia sull' henné.
Ciao.
In questo mio primo post voglio parlare dell’ henné, ma non dell’ henné in generale, no, qui parlerò solo ed esclusivamente del lawsonia inermis o più comunemente chiamato henné rosso.
Prima di tutto: cos’ è? Perché usarlo? La lawsonia inermis è una pianta dalla quale si ricava una polvere sottile che viene usata per colorare tessuti, per fare una sorta di tatuaggio su mani e piedi e per tingere e curare i cappelli. Da qui in poi il post parlerà solo di quest’ultimo utilizzo.
Prima di iniziare mi sono informata su internet, convinta di aver capito tutto.
- Mischiare l’ hennè con aceto, acqua, infusi vari o limone;
- più ossida più il colore tende al ciliegia e al contrario meno ossida più tende al rame;
- più lo lasci in posa più il colore è intenso;
- siccome tende a seccare i capelli prima di usare l’impacco aggiungere yogurt e miele;
- usare un paio di guanti e dei vestiti vecchi per non sporcarsi perché macchia e poi difficilmente va via;
- della pellicola e un asciugamano per la posa;
- una crema grassa e un cordolo di cotone da usare come barriera per non far colare via il tutto;
- usare una ciotola e un cucchiaio di plastica, vetro o legno perché il metallo “ostacola” l’ossidazione;
- il giorno prima lavare i capelli solo con uno shampoo delicato;
- per toglierlo dalla testa utilizzare un balsamo abbastanza liquido diluito (secondo me quello perfetto è lo splend’or al cocco);
- risciacquare con acqua e aceto.
Come dicevo prima ero convinta di aver capito, ma mi sbagliavo.
Tentativo numero uno: fallimento totale.
Ho iniziato a mischiare 100 g di hennè con dell’aceto di vino. Fino a che l’aceto non è finito. Ok, no problem, continuo con dell’ acqua. Ottengo una pappa secondo me soddisfacente, copro la ciotola con la pellicola e vado a dormire. Dopo 9 ore e 30 di ossidazione mi preparo all’applicazione, colta però da un leggero stato di euforia che mi fa’ dimenticare completamente dello yougurt, del miele, della crema e del cotone. Bene. Inizio la stesura, così come viene viene, senza un minimo di organizzazione, su internet dicono che non avere un metodo è il metodo migliore. Io eseguo. Ben presto mi accorgo di tre cose: non avere un metodo nel mio caso è un disastro, 100 g di henné sono troppo pochi per i miei capelli, la pappa è troppo densa e si spalma male. Quindi opto per rovesciare tutto a caso sui capelli, coprire con pellicola e asciugamano e lasciare in posa per un’oretta perché tanto ormai è andata così. Sciacquo, risciacquo, asciugo e fatto. I miei capelli hanno dei leggeri riflessi rossi
che nel giro di un mese svaniscono.
Tentativo numero 2: questa volta starò più attenta.
Mischio 150 g circa di hennè con dell’ aceto di mele, questa volta però ne ho quasi un litro, questa volta però lo faccio meno denso. Copro e lascio riposare per 10 ore. Scopro e aggiungo un vasetto di yougurt bianco intero e due cucchiai di miele. Divido ben bene i capelli con pinse e mollette. Vestiti vecchi. Guanti. Questa volta mi ricordo anche di mettere la crema intorno all’attaccatura dei capelli, ma dimentico il cotone (qualcosa va dimenticato per forza). Inizio a stendere la papa, parto da sotto e pian piano arrivo sopra, massaggio per bene così che penetri fino all’attaccatura e l’eccesso lo spalmo a caso. Questa volta ho addirittura una cuffietta (trovata per caso) quindi la metto e per sicurezza faccio anche una bella passata di pellicola, perché non si sa mai. Dopo circa un ora e mezza sento che qualcosa sta colando sull’orecchia destra. Ok, dai, non è nulla. Dopo poco a sinistra, poi dietro. Aiuto. Vado avanti a tamponare con una spugnetta bagnata per circa un ora, poi spazientita lavo via tutto. Balsamo diluito, aceto e acqua fredda. Li lascio asciugare da soli senza phon mentre faccio pranzo. Il risultato di questa seconda prova è stato soddisfacente anche se non troppo, dopo un mese i riflessi rossi sono ancora li. Riflessi, si esatto. Riflessi che però consentono commenti del tipo “ma ti sei fatta rossa?”.
A breve farò un terzo tentativo, l’ hennè già l’ho comprato. Perché io non mollo.
Tentativo numero uno: fallimento totale.
Ho iniziato a mischiare 100 g di hennè con dell’aceto di vino. Fino a che l’aceto non è finito. Ok, no problem, continuo con dell’ acqua. Ottengo una pappa secondo me soddisfacente, copro la ciotola con la pellicola e vado a dormire. Dopo 9 ore e 30 di ossidazione mi preparo all’applicazione, colta però da un leggero stato di euforia che mi fa’ dimenticare completamente dello yougurt, del miele, della crema e del cotone. Bene. Inizio la stesura, così come viene viene, senza un minimo di organizzazione, su internet dicono che non avere un metodo è il metodo migliore. Io eseguo. Ben presto mi accorgo di tre cose: non avere un metodo nel mio caso è un disastro, 100 g di henné sono troppo pochi per i miei capelli, la pappa è troppo densa e si spalma male. Quindi opto per rovesciare tutto a caso sui capelli, coprire con pellicola e asciugamano e lasciare in posa per un’oretta perché tanto ormai è andata così. Sciacquo, risciacquo, asciugo e fatto. I miei capelli hanno dei leggeri riflessi rossi
che nel giro di un mese svaniscono.
Tentativo numero 2: questa volta starò più attenta.
Mischio 150 g circa di hennè con dell’ aceto di mele, questa volta però ne ho quasi un litro, questa volta però lo faccio meno denso. Copro e lascio riposare per 10 ore. Scopro e aggiungo un vasetto di yougurt bianco intero e due cucchiai di miele. Divido ben bene i capelli con pinse e mollette. Vestiti vecchi. Guanti. Questa volta mi ricordo anche di mettere la crema intorno all’attaccatura dei capelli, ma dimentico il cotone (qualcosa va dimenticato per forza). Inizio a stendere la papa, parto da sotto e pian piano arrivo sopra, massaggio per bene così che penetri fino all’attaccatura e l’eccesso lo spalmo a caso. Questa volta ho addirittura una cuffietta (trovata per caso) quindi la metto e per sicurezza faccio anche una bella passata di pellicola, perché non si sa mai. Dopo circa un ora e mezza sento che qualcosa sta colando sull’orecchia destra. Ok, dai, non è nulla. Dopo poco a sinistra, poi dietro. Aiuto. Vado avanti a tamponare con una spugnetta bagnata per circa un ora, poi spazientita lavo via tutto. Balsamo diluito, aceto e acqua fredda. Li lascio asciugare da soli senza phon mentre faccio pranzo. Il risultato di questa seconda prova è stato soddisfacente anche se non troppo, dopo un mese i riflessi rossi sono ancora li. Riflessi, si esatto. Riflessi che però consentono commenti del tipo “ma ti sei fatta rossa?”.
A breve farò un terzo tentativo, l’ hennè già l’ho comprato. Perché io non mollo.
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